Laura si racconta in un libro-diario
- 04 Dicembre 2007
- Tutto Laura Pausini
Tra un Latin Grammy Award e un duetto con Miguel Bosé, il 5 dicembre al Datchforum di Assago per l'unica data italiana del 'Papitour', Laura Pausini sbarca anche in libreria con 'Fai quello che sei - Io Canto', un libro-diario nel quale la cantante romagnola si racconta e si confessa con sincerità disarmante, con le sue debolezze, dubbi e certezze. Arricchito dalle fotografie di Antonio Motta, il fotografo delle grandi star della musica italiana, il libro edito da Mondadori riporta i pensieri e le sensazioni dell'artista di Solarolo con 35 milioni di copie vendute e due Grammy alle spalle, in un momento importante della sua carriera.
Descrivendo il periodo che va dal 21 ottobre 2006 al 3 giugno 2007, emerge il ritratto di un'artista diventata una stella così grande, da essere la prima interprete femminile ad esibirsi live allo Stadio Meazza. E così, all'indomani del concerto del 2 giugno che ha riunito settantamila persone nonostante la pioggia, Laura racconta: "Sono stati 'rock' fino all'ultima nota e spero che lo stesso stato d'animo li abbia accompagnati fino alla fine della serata, perché dopo così tanta fatica e sudore e stanchezza, spero siano corsi nelle loro case a fare l'amore. Lo auguro sempre dopo i miei concerti, a tutti".
Il libro-diario è punteggiato di riflessioni estemporanee, come dei flash. Laura descrive giornate "strane" ma "grandi", riflette sul fatto che "qualche volta bisognerebbe saper dire di no" e non nasconde la stanchezza quando aggiunge "Oggi no. Ho dato tutto ciò che potevo, davvero". Sei mesi prima del concerto nello stadio milanese esprime le sue paure: "Io non ci vado... San Siro è enorme. Io sono una donna e faccio musica pop e non ho nessuna intenzione di prendermi un simile rischio. Mai". Per poi subito dopo annunciare a se stessa: "Ho cambiato idea. Ok, ci sto. Lo faccio. Non vedo l'ora. Ho paura e non vedo l'ora". In 'Fai quello che sei', la Pausini racconta anche i suoi momenti di crescita. Il 21 ottobre 2006, ed esempio, ammette: "Ho imparato che qualche rinuncia bisogna pur farla. L'ho imparato proprio sulla mia pelle, nel vero senso della parola". Per poi confessare senza tentennamenti: "Salire sul palco è l'essenza stessa di tutto ciò per cui vivo".
Il libro si chiude con alcuni dei tanti messaggi inviati dai fan all'indomani dell'avventura di San Siro: "Ti ritengo una donna vera, che ha sofferto tanto, il sogno che adesso mi rimane é poterti conoscere", scrive Marta. "Senza la tua voce non vivrei, ti prego contattami. Grazie di esistere", dice invece Michela. E Susanne, tre mesi dopo il concerto, dichiara: "Io sono venuta dall'Olanda per essere presente. Lau, mi manchi".
Fonte: www.ansa.it